
Classe 2003, svedese, candidata al Premio Nobel per la Pace e inserita dal Time nella classifica dei 25 teenager più influenti: è Greta Thunberg, la giovane studentessa che sta sensibilizzando – e mobilitando – un’intera generazione.
Ideatrice dei Fridays For Future, artefice delle manifestazioni per promuovere politiche e comportamenti sostenibili, ha portato nelle piazze di centinaia di città del mondo migliaia studenti in occasione degli scioperi internazionali del 15 marzo e del 27 settembre.
Il cambiamento di cui si sta facendo promotrice passa per l’addio ai combustibili fossili e alle pratiche ecologicamente non sostenibili: soluzioni già indicate dall’Ipcc e dalla comunità scientifica e ratificate in numerosi accordi sul clima, come quello di Parigi del 2015.
La sua presa di posizione parte da una base scientifica ma è politica: è una reazione forte contro le mancanze di chi riveste il ruolo di decisore. Persino la sua Svezia, tra i Paesi con le migliori politiche ambientali, non ha fatto abbastanza per prevenire e limitare le conseguenze dei cambiamenti climatici.
Greta ha iniziato la sua battaglia con il miglioramento delle abitudini familiari, seguito dall’adesione a un’associazione studentesca ambientalista e infine l’azione solitaria a seguito di una serie di catastrofici incendi che hanno distrutto le foreste svedesi nell’estate 2018. Dall’inizio dell’anno scolastico (che in Svezia parte a metà agosto) fino alle elezioni generali svedesi del 9 settembre ogni mattina si è alzata presto, ha inforcato la bici e si è recata davanti al Parlamento, dove è rimasta fino all’orario in cui a scuola terminano le lezioni. Con sé portava una tavola di legno con la scritta Skolstrejk för klimatet (sciopero scolastico per il clima) e qualche plico informativo stampato in casa.
Il primo giorno la sua protesta rimase del tutto isolata, dal secondo però qualche passante iniziò a incuriosirsi e a parlare con Greta; col passare del tempo i curiosi aumentarono e qualcuno divenne solidale, fermandosi a farle compagnia. All’indomani delle elezioni Greta ha ripreso a frequentare la scuola, limitando la sua protesta al venerdì. Sono nati così i Fridays for Future, che hanno attirato l’attenzione mondiale e portato alle mobilitazioni cui stiamo assistendo, che impongono nuove riflessioni, nuove azioni contro l’immobilismo della politica e di ognuno di noi.
Non ci sono più scuse per non agire contro il cambiamento climatico e questa giovanissima attivista, nel suo intervento durante TEDxStockholm, ci spiega ancora una volta perché.
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