La crisi pandemica ha penalizzato ancora di più l’occupazione femminile, sia in Italia che nel mondo.
Secondo il Gender Gap Report del WEF e lo studio “The female opportunity index 2021”, le donne sono state colpite maggiormente in termini economici e sociali e secondo i dati EIGE (European Institute for Gender Equality) il tasso di occupazione femminile in Italia è sceso dal 50,4% del 2019 al 48,9% nei primi mesi del 2020. Secondo una recente ricerca Ipsos, una donna occupata su due teme di perdere il lavoro nei prossimi mesi e una disoccupata su quattro dichiara di aver dovuto rinunciare al lavoro per badare alla famiglia. L’ISTAT conferma i dati, sottolineando come il tasso di inattività femminile sia cresciuto nel solo 2020 del +2,2%. Le donne, inoltre, nell’ultimo anno hanno subito una riduzione del 20% delle proprie entrate.
Al tempo stesso, le donne con almeno un diploma rappresentano il 64,5% mentre le donne laureate sono il 22,4% (al di sotto della media UE del 35,5%, ma comunque in numero maggiore rispetto agli uomini che rappresentano il 16,8%). Sono inoltre aumentate le donne politiche elette in Italia, che hanno raggiunto il 38% del 2018, e le Ministre nel Governo Draghi rappresentano il 35%. Cresce anche la presenza femminile nei CDA, che nel 2019 ha raggiunto il 36,4%.
I processi di innovazione e digitalizzazione scaturiti dall’emergenza sanitaria hanno dimostrato come le tecnologie digitali rappresentino una risorsa inestimabile anche nel contrasto delle disuguaglianze perché neutrali. Le tecnologie digitali possono, anzi, devono divenire abilitatori della conoscenza e consentire l’accesso diffuso a fonti che fino a poco tempo fa erano estremamente costose e difficilmente raggiungibili. L’introduzione della didattica a distanza e un maggiore utilizzo delle formule di smart working hanno eliminato molte barriere, consentendo di sviluppare nuove competenze, ma al tempo stesso sottolineato la necessità di riforme del welfare.
Dall’accesso alle facoltà STEM al mentoring, dal credito per le imprese femminili fino alle misure di sostegno alle lavoratrici madri, è questo il momento di superare il gap e fare un salto di qualità, tutte insieme, proprio a partire dal digitale.
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